31 dicembre 2012

L'ultima occasione. Seconda parte.

L'ultima occasione. Seconda parte.

Il Movimento 5 stelle, considerando le origine identitarie di molti dei suoi simpatizzanti, porterà via voti che al 90 % dovevano andare al PD.
C'è tanta gente in giro che ha sempre votato PD e ora, anche per l'appoggio del PD a Monti, vuole votare M5S.
Su questo blog, nei post degli ultimi 12 mesi, trovate molte opinioni sul M5S, chi vuole le può leggere.
Il movimento è una risorsa per il Paese, ma rischia di essere politicamente non spendibile a causa di una contrapposizione feroce di Grillo al dialogo con le altre forze politiche e di un'ancora più detestabile avversione alle stesse istituzioni repubblicane.
Sicuramente manderanno in Parlamento molti sconosciuti che, c'è da esserne certi, in capo a pochi mesi passeranno ad altre forze parlamentari o formeranno liste autonome.
Difficile che il M5S possa governare l'Italia senza indicare agli elettori un possibile premier, o almeno un ministro, un programma chiaro e coerente.
Molti italiani voteranno M5S solo per "mandare a casa" quelli che sono oggi in Parlamento: che cosa sarà dell'Italia negli anni a venire, purtroppo, non è contemplato.
E' facile prevedere che il giorno dopo le elezioni ci saranno dichiarazioni da stadio di Grillo e grandi festeggiamenti nel M5S con ampia risonanza internazionale.
Seguirà una totale incapacità a contribuire al governo effettivo del Paese.
Spero di sbagliarmi.

Il Partito Democratico conta sull'immagine dell'"usato sicuro" creata dal suo stesso leader, Pier Luigi Bersani. Non sarà una Ferrari nuova fiammante, sembra dirci, ma una berlina che alla fine sa macinare chilometri in sicurezza e non percorre strade nuove o sconosciute. Affidabile e sicura, forse noiosa e poco eccitante.
Lo accusano di essere troppo uomo di apparato legato ai mille equilibri di potere interni al partito. Ha l'indubbia qualità di avere già avuto esperienza di governo ai tempi di Prodi, appare come una persona onesta, moderata, dotata di troppo realismo politico. Non ha il dono dell'eloquenza, non sa parlare alla gente spiegando con semplicità le cose che la gente sa intendere, a volte ricorre ad astruse metafore di un politichese che farebbe bene ad evitare, non è un maestro di strategie del consenso.
Il PD rappresenta l'unica possibilità che ha il Centro Sinistra di vincere le elezioni.
Piaccia o no, se non si vuole che il Centro Destra riporti con Berlusconi in auge i vari Cicchitto Gasparri Gelmini Rotondi e La Russa, si deve passare per una solida vittoria del PD alle prossime elezioni.
Sono convinto che molto di più poteva essere fatto da tutte le forze della Sinistra, PD compreso, per sviluppare un laboratorio di idee e scrivere un programma comune di governo per l'Italia.
Pur tra mille incertezze e fragilità il PD ha mostrato segni inequivocabili di cambiamento democratico e liberale in due occasioni: le primarie, in cui i simpatizzanti del Centro Sinistra hanno scelto il loro leader tra Vendola Puppato Renzi e Bersani; e il giorno in cui D'Alema e Veltroni, a differenza di altri vecchi leader imbalsamati della politica italiana, hanno dichiarato di non candidarsi alle elezioni.

Sinistra e Libertà di Niki Vendola ha capito il rischio della dispersione di voti e ha raggiunto un accordo con il PD. Con tale scelta SeL riuscirà a incidere molto di più di tutti gli altri sulle prospettive politiche del Centro Sinistra.

L'Italia dei Valori di Di Pietro ha sofferto le inchieste di Report su RAI 3, poi in parte smentite dallo stesso Di Pietro, ma tutto il partito sembra in crisi, superato dal Movimento 5 Stelle che attinge a un serbatoio di voti vicino all'area giustizialista dell'ex-pm. Il numero due dell'IdV, Massimo Donadi, ha lasciato il gruppo perchè avrebbe preferito una linea politica di confronto col PD ed è difficile dargli torto.

L'ex-magistrato Ingroia ha deciso di candidarsi a premier con il Movimento degli Arancioni. E' appoggiato dal Movimento contro la mafia delle Agende Rosse guidato dal figlio del giudice Borsellino: Salvatore. La scelta è in diretta polemica con il PD accusato di essere eccessivamente moderato nelle scelte politiche strategiche o poco chiaro e coraggioso nella presunta trattativa stato-mafia. Con il suo nuovo gruppo uno stuolo di comunisti come Ferrero e Diliberto. Dubito che raggiunga il quorum necessario per entrare in Parlamento e se anche riuscisse resta il fatto che da solo nessuno è in grado di vincere.

La divisività regna sovrana in Italia e in particolare nel mondo di Sinistra: è molto diffuso l’ideale snob di un certo tipo di Sinistra, colto, sofisticato, autoreferenziale.
Una minoranza, lontana dall'Italia reale della gente comune, che non sa o non vuole diventare maggioranza perché il governo reale dei territori conduce spesso al compromesso, alle scelte, alle trattative, al rispetto del volere della maggioranza che non necessariamente coincide col proprio. Come con la TAV in Val di Susa, tema che non discuto perchè non ho la competenza per farlo: tutti i partiti anti-TAV hanno regolarmente perso le elezioni in Piemonte e perfino in Val di Susa.
Questo tipo di Sinistra, orgogliosa della sua presunta purezza, non comunicherà mai col mondo reale e farà di tutto per disperdere voti, perdere le elezioni e regalare l'Italia alle Destre più illiberali.

Si sta chiudendo l'anno e tutto lascia pensare che per l'Italia, divisa e confusa, non ci sia speranza.

Eppure sono certo che nel giro di qualche anno riprenderemo a volare. Noi italiani siamo grandi lavoratori, abbiamo fantasia e capacità.
Il Paese ha bisogno di pulizia e di sconfiggere tutte le mafie. Ma ha anche bisogno di dialogo e forte unità.
Dipende da noi.

Felice anno!

P.S.: se questo blog vi piace diffondetelo, per favore. E' nato poco meno di 3 anni fa, nel 2010 18 post, nel 2011 30 post, nel 2012 56 post. In tre anni ha avuto circa 12.000 visitatori unici, un bacino di circa 1.000 lettori in 91 nazioni del mondo, un'area di cento lettori abbastanza abituali. Il post IL POPOLO PONTE è stato letto da 2.000 persone. Poco, pochissimo: conto quindi sul vostro aiuto. Grazie. E poi scrivete commenti. Dite la vostra. Condividete e grazie ancora...


A gennaio prometto di riprendere a parlare d'Africa...

Paolo Giunta La Spada per Italy & World.

30 dicembre 2012

L'ultima occasione

L'ultima occasione. Prima parte.


Io, sull'Italia, non so più che cosa scrivere. Sono circondato da connazionali che hanno la vocazione suicida a distruggere tutto quello che c'è di buono, ed è tanto, nel nostro Paese.
Chi ha letto gli ultimi 12 o 13 mesi di post su Italy & World sa che un'occasione è stata già persa: oltre a salvare l'Italia dalla bancarotta si poteva cambiare la legge elettorale e si dovevano ridurre drasticamente i costi della politica, delle aziende partecipate dello stato, delle mafie locali e nazionali che avviliscono il Paese e lasciano poco spazio al merito e al talento degli italiani che lavorano.

Ora, come in un gioco che sa di tragico, proverò a tracciare le possibilità di voto che hanno gli italiani.

Parto da un presupposto altrettanto tragico, ma tipico del nostro amato Paese.
Il presupposto, non del tutto scontato ma quasi certo, che in Italia ci siano due blocchi.
Uno di Destra e uno di Sinistra.
Dalle elezioni del 1948 fino ad oggi è sempre stato così.
I voti si spostano da un partito all'altro, ma raramente passano da un "blocco" all'altro.
E' la nefasta conseguenza di divisioni storiche già esistenti, ma esasperate dal fascismo; acuite dalla guerra civile tra italiani durante la guerra, rimaste intatte nella contrapposizione feroce tra Democrazia Cristiana a Partito Comunista Italiano ai tempi dell'URSS, di nuovo riproposte nel berlusconismo - antiberlusconismo degli ultimi 18 anni.

In Italia la democrazia è fragile e l'avversario politico viene sempre trasformato in un nemico.

La Destra non è mai stata liberale, ma è sempre stata influenzata, in passato come oggi, da una cultura d'origine cattolica sovente retrograda e bigotta, o ancor peggio, da una "cultura del leader" violenta e dai contorni fascisti, o di netto stampo populista.

Una autentica cultura di Destra, liberale e conservatrice al tempo stesso, è oggi rappresentata da Monti, sempre che riesca a sfuggire all'abbraccio mortale di Casini e del Vaticano.

La Sinistra non è mai stata socialdemocratica, ma in Italia è sempre stata comunista almeno fino al 1991. Nel 1989 crolla l'URSS e nel 1991 il segretario del PCI Achille Occhetto cambia il nome al partito. Diventa Partito Democratico della Sinistra. Poi trasformato in Partito Democratico ai tempi di Veltroni.

Di comunista nel Partito Democratico non c'è nulla, così come di comunista nel mondo, al di là del nome, delle bandiere e delle apparenze, non c'è più nulla.
Il comunismo, sarebbe bene dirlo e vederlo scritto più di frequente e non solo nei giornali di destra, ha prodotto, a dispetto degli obiettivi utopici e luminosi, dittature spietate che non hanno mai interrotto o mutato lo sfruttamento dei lavoratori esistente nel mondo liberal-capitalistico.
Anzi, quasi sempre, l'hanno peggiorato perchè hanno cancellato qualsiasi mobilità sociale, distrutto qualsiasi talento, eliminato ogni libertà civile.

Credo che il presupposto dei "blocchi" in Italia funzioni ancora, anche se possiamo chiederci se le nuove formazioni politiche e il clima di crisi possono cambiare la mia teoria.
Io non lo credo.

Qualche mese fa avvertivo su questo blog, e anche sul mio profilo FB, che i sondaggi che davano il PD facilmente vincente erano errati. Errati perchè il 50% degli italiani non aveva ancora deciso per chi votare e, sostenevo, di questo 50% la stragrande maggioranza era di Destra.

Oggi la situazione sta cambiando. Come avevo previsto nel post "La Trappola" dello scorso gennaio 2012, gli iniziali consensi a Monti si sono trasformati in diffusa condanna popolare.
Chi può appoggiare Monti?
Quali ceti sociali, visti i mancati tagli alla politica, l'ambiguità e lo scarso coraggio dimostrato?
Non credo che la sua "agenda" possa raccogliere consensi tali da portarlo a Palazzo Chigi in virtù dei voti ricevuti da Casini e dagli altri "centristi".
Se il prof. Monti sarà chiamato a governare sarà più per le sue qualità tecnico-professionali e per l'immagine positiva che sa dare del nostro Paese nel mondo politico internazionale, non certo per i pochi voti che gli elettori daranno alle cosiddette "liste di centro".
Non è trascurabile, ma è destinato a fallire, il tentativo di avere il voto dei cattolici portato avanti dal ministro Riccardi, ma è difficile pensare che l'agenda Monti possa coniugare le esigenze dell'alta borghesia italiana dei Montezemolo con i diritti dei più poveri.
E' l'ennesima dimostrazione di come il mondo cattolico istituzionale sia incline, a dispetto dei valori che dichiara di rappresentare, a schierarsi sempre e comunque con il potere costituito: prima con il fascismo delle leggi razziali, poi per 50 anni con la DC di Andreotti, poi con Berlusconi, e oggi diviso tra Berlusconi e Monti.
Non c'è bisogno di ulteriori commenti...

L'elettore di Destra, oltre a Monti, ha altre due opzioni.

La prima è il solito Berlusconi: con una campagna elettorale senza alcun contenuto esclusa l'abolizione dell'IMU, ha già convinto molti italiani che non hanno capito che con lui Equitalia continuerà come con Monti, se non peggio.
L'ex-premier, infatti, più che agli italiani che lavorano pensa a sè stesso e a salvaguardare il suo impero fatto di banche, giornali, case editrici, televisioni, supermercati e società sportive.
Con lui, se dovesse vincere, ritornerebbe il corteo di "escort" promosse sul campo come assessori o ministri della nazione, incompetenti, siliconate e cialtrone.

L'altra opzione è la costola che si è appena staccata dal PDL: i "Fratelli d'Italia", Destra Nazionale, di La Russa e Meloni, sembra davvero la fotocopia sbiadita e rimpicciolita del PDL anche perchè ha già dichiarato di essere pronta all'alleanza col PDL.
Insomma, che si sono staccati a fare, verrebbe da dire, sono stati al governo con Berlusconi negli ultimi 15 anni, ma agli ex-fascisti probabilmente piace contarsi. Di certo puntano sul fatto che molti elettori di Destra hanno giurato a sè stessi di non votare più Berlusconi dopo averne verificato le attitudini non edificanti, l'insipienza governativa, e la capacità con cui riusciva e riesce ad infangare l'immagine della nostra Italia nel mondo.

Lapsus freudiano, dimenticavo la Lega...
Anche se Maroni tenta di far apparire il contrario, sono già pronti ad una nuova alleanza con Berlusconi-PDL.
La loro esperienza politica è comunque al tramonto: volevano cambiare l'Italia e si sono cambiati solo lo stipendio.
Gli scandali e le ruberie fatte dal Trota e dai suoi amici rimangono indelebili nella storia e non credo siano dimenticati presto se Berlusconi non presta aiuto con le sue televisioni.

Ci saranno elettori di Destra che non andranno a votare, pochi secondo me, e altri che voteranno Grillo, anche questi pochi.
Domani parliamo della Sinistra.

(continua)

Italy & World

28 dicembre 2012

28 dicembre 1943

E' il 24 luglio 1943, è sera. Siamo a Palazzo Venezia, a Roma. Il Gran Consiglio del fascismo, in un'atmosfera carica di tensione, si appresta a passare la notte per discutere la mozione firmata da Dino Grandi. Mussolini è accusato di aver dichiarato la guerra nonostante il parere dichiaratamente contrario delle Forze Armate, impreparate al conflitto, e della maggioranza del Consiglio.
Il 10 luglio, due settimane prima, ingenti forze armate anglo-americane sono sbarcate in Sicilia: l'invasione d'Italia è imminente.
Tre mesi prima, a marzo, gli scioperi alla FIAT di Torino e nelle altre industrie del Nord hanno bloccato e sabotato la produzione bellica destinata al fronte. Il malcontento dilaga.
La mozione Grandi è approvata e il giorno seguente, il 25 luglio, Mussolini si reca dal re convinto che il sovrano, che gli ha regalato il potere subito dopo il 28 ottobre 1922, possa soccorrerlo ancora una volta come è accaduto in passato.
Il colloquio si trascina in una sterile cortesia di facciata, il voto del Gran Consiglio è noto al re che congeda Mussolini con gelida etichetta, i Carabinieri lo prendono in consegna: il regime fascista è finito.

La sera stessa, nella loro povera casa di campagna, a Campegine di Gattatico, in provincia di Reggio Emilia, Alcide Cervi offre una pastasciutta per festeggiare.

Alcide ha 7 figli maschi e due figlie femmine.
A casa loro ci sono gli amici di mezzo paese, si brinda, si mangia tutto quel poco che una casa di poveri mezzadri può offrire.
Si immagina un nuovo futuro per l'amata Italia, senza più dittatura, con la libertà del lavoro e delle opinioni.
Ci sono anche i fascisti che si tolgono la camicia nera, i Carabinieri col bicchiere di vino rosso in mano, arrivano notizie che in città, a Reggio Emilia, hanno distrutto le insegne del fascismo, sono scesi in piazza col tricolore, si è vista perfino qualche bandiera rossa.

Il nuovo governo Badoglio non fa le uniche due cose che dovrebbe: far saltare il passo del Brennero e parlare alla nazione del diritto ad un nuovo futuro per l'Italia.
Non fa niente per sbarrare il passo a un milione e mezzo di soldati tedeschi che invadono l'Italia. L'8 settembre 1943 alla radio tutti ascoltano il confuso comunicato che annuncia la fine delle ostilità contro le potenze alleate.
Il comportamento ambiguo e pavido del re Savoia e di Badoglio lascia l'Italia allo sbando.

Le truppe tedesche sanno della resa prima dei soldati italiani. I tedeschi attaccano le postazioni italiane, molti militari si disperdono salvo ricostituire il nuovo Esercito Regio badogliano.
I fascisti si riorganizzano con la Repubblica Sociale dove uno spento Mussolini recita ancora nel ruolo del dittatore senza averne nè il potere, nè la convinzione.
Nelle città si organizza la rete clandestina della Resistenza al fascismo e in montagna già si combatte contro i tedeschi e contro i fascisti italiani loro servi.

A casa Cervi l'estate passa in febbrile attività: si ospitano i prigionieri fuggiti, i soldati alleati inglesi, russi, zelandesi, francesi. I fratelli collaborano con i GAP, Gruppi di Azione Partigiana, portano armi in montagna, organizzano trasporti e staffette.
Aldo, il terzo dei 7 fratelli, è già presente in diverse azioni di combattimento contro tedeschi e fascisti.

Il 25 novembre 1943, alle 6.30 del mattino, 150 fascisti circondano la casa di Alcide Cervi e la bruciano.
I sette figli tentano una disperata resistenza, vengono arrestati, interrogati e torturati. Gli offrono di salvarsi la vita entrando nella Guardia Repubblicana di Salò. Rifiutano sdegnati e cercano di evadere: l'appuntamento per la fuga è la notte di Natale, il piano sfuma e rimandano la fuga alla notte di Capodanno. Ma iI 27 dicembre viene ucciso da ignoti il segretario fascista di Bagnolo in Piano.

All’alba del 28 dicembre vengono prelevati i 7 fratelli e Quarto Cimurri, loro amico.
Al padre viene riferito che "sono stati trasferiti a Parma per il processo: di non preoccuparsi, stanno bene".
In realtà, dopo altre torture, sono condotti al Poligono di tiro di Reggio Emilia. Vengono barbaramente assassinati. Li seppelliscono alla rinfusa. Non vengono scritti neanche i certificati di morte.

Così muoiono i fratelli Cervi: Gelindo, 43 anni, Antenore, 37 anni , Aldo, 34 anni, Ferdinando, 32 anni, Agostino, 27 anni, Ovidio, 25 anni, ed Ettore, il più piccolo, di 22 anni.

Il papà Alcide Cervi muore a 95 anni, nel 1970.
I suoi nipoti oggi sono nonni.


RIPRODUZIONE RISERVATA Paolo Giunta La Spada

17 dicembre 2012

L'Italia e la Sinistra.

L'Italia e la Sinistra.

La Sinistra, in 66 anni di Repubblica italiana, è riuscita a regalare alla Destra una quantità di temi che di Destra non sono.

Per esempio l'amore per l'Italia, incluso il tricolore. Infatti alcuni poveretti, ancora oggi, sventolano la bandiera arcobaleno come se si vergognassero del tricolore.

A causa di questi "regali" la Destra, anche nelle sue forme più detestabili, razziste e fasciste, è prosperata impunemente per decenni.
Infatti, se non si fosse capito, l'amore per l'Italia, a dispetto di certa sociologia radical, è un valore grande, vivo, importante, magari sofferto e imperfetto, ma radicato nella storia e nella cultura di tanti italiani.

Negli ultimi 30 anni, dopo il 1989 e dopo la fine dell'URSS, anche a Sinistra si è rivalutato il tricolore, l'inno e l'amore per la Patria, anche se ancora sono in molti, e non solo leghisti in cravatta verde ignoranti di storia, a usare con difficoltà la parola Patria.
In effetti basta un po' di sano ragionamento, di identità storica e di cuore, per sentirsi italiani...

Non ci dovrebbe esser bisogno di un comico come Benigni per difendere l'inno nazionale, o per ricordare l'estrema e struggente bellezza dell'opera di Dante Alighieri.

Oggi la Sinistra sta facendo l'errore di sentirsi più europea che italiana, senza considerare che l'Unione europea sta perdendo ciò che rimaneva dei suoi fondamenti liberali e democratici.

RIPRODUZIONE RISERVATA PAOLO GIUNTA LA SPADA

9 dicembre 2012

Quelli ch'usurpa in terra il luogo mio...

Eh sì, due giorni fa stavo scrivendo sul tema dell'Europa quando è arrivata la doppia notizia: Berlusconi si ricandida, il PDL toglie l'appoggio al governo.
Ora stavo leggendo i commenti all'articolo di oggi sull'Economist.
Leggeteli, vi danno un'idea amara e dolorosa dell'immagine dell'Italia nel mondo.
Parlano di noi come dei derelitti: gli stranieri non si spiegano come gli italiani possano non dico votare, ma anche solo accettare un personaggio come Berlusconi leader dell'intero Centro Destra, un settore politico che in altri Paesi mostra persone misurate, capaci, colte; conservatori, ma spesso di impostazione liberale.

L'Economist sottolinea la volatilità della politica italiana e la difficoltà a capire la scelta di Berlusconi.

Le possibilità di vincere per l'ex-premier, in effetti, sembrano scarse.
Il vero obiettivo per Berlusconi, come nel 1994 e come sempre, è fare i suoi interessi.
Stava perdendo la leadership del suo partito e se l'è ripresa.
E' già stato condannato in primo grado e la legge che stava passando in parlamento sui parlamentari inquisiti poteva rovinarlo ed estrometterlo per sempre dallo scenario politico.
Inoltre se il PD vincesse in modo schiacciante si potrebbe ripresentare il rischio di una nuova legge sul conflitto di interesse.

A lui non interessa se Frattini non lo segue e se il PDL rischia di spaccarsi.
Il suo intento oggi è rendere ingovernabile l'Italia per trattare da posizioni di forza le posizioni di privilegio e monopolio che ha acquisito in anni e anni di governo e gestione monopolistica del potere.
Monti, che questo blog ha radicalmente criticato per la sua politica conservatrice, ha però fatto quello che Berlusconi non è mai stato capace di fare: dare credibilità all'Italia e salvarla dalla bancarotta.
Io ritengo che si poteva fare in modo diverso e chi legge questo blog lo sa bene, ma Monti lo ha fatto, onore a Monti.

Con Berlusconi invece andremmo certamente sulla strada di un triste ed inequivocabile declino.
Il mondo andrebbe avanti e noi diventeremmo un Paese del Terzo mondo, povero e ignorante, senza lavoro e senza servizi, con un popolo diviso a metà, chi lavora e paga le tasse e chi non le paga, ognuno chiuso nel suo egoismo.

Il quadro politico che ora ci aspetta è deprimente:
il voto di protesta porterà a Grillo, o a non andare a votare;
mentre gli elettori di Destra che sperano di salvarsi dall'imposizione fiscale saranno di nuovo conquistati dalle false promesse di Berlusconi, come sempre temibile perché proprietario di televisioni, case editrici, giornali, banche e supermercati.

Dall'altra parte il Centro Sinistra può coltivare ancora gli errori già noti: divisioni, personalismi, incapacità a comunicare con l'italiano comune, rincorsa di temi politici significativi, ma decisamente marginali per l'attuale congiuntura sociale ed economica come il matrimonio gay.

Una Chiesa sempre più in crisi di credibilità farà i suoi interessi politici in modo rapace.

Il rischio di ingovernabilità e di instabilità è grande.
Gli italiani dovrebbero vivere questo momento come il 1946: aver voglia di ricostruire un Paese dilaniato dalla guerra civile, aver l'umiltà che deriva dalla fame, aver voglia di vincere, aver voglia di unità in una sola nazione.

Io non vedo allo stato attuale una classe dirigente in grado di guidare il Paese, ma se c'è e ha onestà, fegato, idee, passione civile questo è il momento di lavorare e parlare, senza politichese e senza metafore, al popolo.


Paolo Giunta La Spada
Italy & World


6 dicembre 2012

L'Europa e la Sinistra.

Oggi la Sinistra sta facendo un grande regalo alle Destre: sta regalando alle Destre il tema della critica dell'Europa.
E' incomprensibile visto che l'Europa di oggi, con le sue forme politiche, non sembra essere né animata da spirito di giustizia e condivisione, né solidale nei confronti delle classi sociali che, in ogni nazione, stanno pagando la crisi al posto di chi l'ha prodotta.

Io sono stato favorevole alla costruzione dell'Europa unita perché ha garantito pace e prosperità per più di mezzo secolo, ma sono decisamente avverso a come si è prospettata l'Unione Europea in questi ultimi 12 anni con l'unione monetaria basata sull'Euro.

L'Euro ha comportato una unificazione forzata delle politiche monetarie che ha favorito Germania e Francia, forti di una diplomazia accorta e unita sugli obiettivi da raggiungere: favorire le politiche industriali dei paesi del Nord Europa a svantaggio delle politiche agricole dei Paesi del Sud Europa, gestire le divergenti esigenze finanziarie dei varii paesi con una forte centralizzazione preventivamente concordata a Parigi e a Berlino.

Oggi si parla sempre di debito pubblico, ma la crisi che ha cominciato a "mordere" a partire dal 2008 non ha colpito solo i Paesi con alto debito.
A quell'epoca la Grecia aveva il debito pubblico al 110% in rapporto al PIL, l'Italia il 106%, il Belgio l'89%, la Francia il 67% e la Germania il 66%.
La crisi è invece esplosa in Irlanda (debito pubblico basso al 44% del Pil), in Spagna (debito molto basso al 40%), in Portogallo (65%, inferiore a quello della Germania).
La crisi, con sovrapproduzione industriale, giacenze di invenduto, fallimenti di aziende, licenziamenti e disoccupazione, presupponeva:
1) svalutazione dell'Euro e parità 1 a 1 col dollaro
2) un cambio di politica economica a favore dell'agricoltura e dell'allevamento dell'area mediterranea
3) misure anti-inflazione.
E' stato fatto nulla.
L'Europa ha fatto finta di aiutare la Grecia, ma in realtà l'aiuto, cioè il prestito, è legato a tante e tali condizioni da concretizzarsi come una completa perdita di sovranità dei greci che sono ormai legati ad un interminabile futuro di pagamento-debiti con tassi da usura.

Facciamo un esempio immaginario:
ho un "fratello" che sta in crisi economica perché qualcuno gli impone di non produrre il latte delle sue pecore, o di non fare più i formaggi come li ha sempre fatti.
Secondo voi: io lo aiuto prestandogli i soldi a tassi da usuraio?
In quel modo mio fratello, inizialmente si sentirà blandito dagli aiuti e starà zitto, quindi uscirà dalla produzione e dal mercato, infine, ormai reso incapace di competere, fallirà per i debiti accumulati.
Lo aiuto se lo lascio libero di produrre quanto latte e formaggio vuole e se lo lascio libero di venderlo, incentivandolo a fare una produzione sempre migliore e di qualità, a chi gli pare.

L'Europa è "politica" calata dall'alto a vantaggio delle grandi multinazionali del continente, strozza le produzioni agroalimentari del nostro Paese, distrugge le produzioni tipiche e di qualità, e la biodiversità.
L'Europa continua ad esigere dalla Grecia il pagamento dei titoli di Stato emessi negli anni scorsi.

Nessuno dice che il paese più esposto con i titoli di stato greci è la Germania, le banche tedesche, i risparmiatori tedeschi che vogliono i soldi indietro a tassi da usuraio, a livelli di camorra.
Il salvataggio continuo operato dalla BCE va a vantaggio dei grandi gruppi finanziari tedeschi.

Nel frattempo la Grecia ha perso la sua sovranità perchè niente di ciò che succede ad Atene viene deciso ad Atene.
Tutto viene deciso a Bruxelles dai premier più in vista che a loro volta lo hanno deciso a Londra, Berlino e Parigi, e rispondono ai loro interessi nazionali e, in alcuni casi, ai propri interessi personali di natura elettorale o lobbistica.

Agli imprenditori agricoli italiani viene imposto di produrre tanto latte quanto fa comodo ai produttori tedeschi visto che a noi vengono imposte le quote latte e l'importazione del 50% del latte che consumiamo dalla Germania e dall'Austria.
Non possiamo produrre più di tanto formaggio, arance, o acciaio, perché qualcuno dall'alto, alla faccia dell'economia di mercato, stabilisce chi produce, dove e quando.
Gli accordi sottobanco tra imprese nazionali e rappresentanze politiche presenti a Bruxelles è prassi, non è net-working, è una "mafia in doppio petto".

Vengono immessi nel sistema finanziamenti ingenti a seconda delle lobbies più rappresentative di Strasburgo e Bruxelles.
L'impossibilità per i singoli paesi di fare autonome politiche economiche fa scattare gli attacchi dei mercati sostenuti da gruppi finanziari che hanno la forza per fare pressioni sulla Banca Europea e determinano il ranking dei vari paesi.

Che cosa ha di liberale e democratico un'Europa del genere?
Perché il Centro Sinistra sta "regalando" al Centro Destra il tema dell'analisi critica dell'Europa di oggi?
Che senso ha criticare Marchionne e poi accettare acriticamente l'Euro e un'unione monetaria che è decisa dai soli poteri forti?

L'Europa di oggi non è democratica: gli inglesi hanno creato l'espressione P.I.G.S. per intendere i Paesi "maiali", cioè Portogallo, Irlanda o/e Italia, Grecia, Spagna.
Proprio un bell'esempio di politically correct inglese...
Ogni giorno alla BBC, ma anche in tutte le radio e televisioni del Nord Europa l'espressione viene ripetuta per convincere i popoli che la colpa è dei P.I.I.G.S..

E' questa l'Europa del rispetto reciproco e della solidale unità di intenti?

Eppure per decenni, con la nostra lira e l'indipendenza della nostra economia, con persone straordinarie come Enrico Mattei, abbiamo fatto tanta strada.
In una terra ricoperta di montagne sismiche, senza minerali e senza risorse energetiche, dopo una dittatura insopportabile che aveva ridotto il Paese nelle macerie fisiche e morali, grazie solo al nostro lavoro di italiani svegli, intelligenti e laboriosi, siamo diventati il quinto paese più forte del mondo come PIL.
Con un'industria formidabile che ha creato alcuni tra gli oggetti più belli e tecnologici della storia dell'umanità.

Come mai con l'Euro le nostre imprese falliscono?
E' semplice: una politica finanziaria centralizzata a livello europeo non fa gli interessi dell'Italia.

E' un tema di Destra, di Sinistra, o è un tema caro a tutti noi italiani?

Ci sono due opzioni:
1) la riforma globale dell'Unione Europea
2) l'uscita dall'Unione Europea o, almeno, l'uscita dall'Euro.

Per praticare una delle due opzioni, o per praticare la prima riservandosi di entrare nella seconda, serve una classe di governo liberale e democratica, ferrata negli studi accademici e nell'esperienza sociale e di mercato, creativa, aperta, preparatissima a livello internazionale, che sappia usare le lingue straniere come fosse l'italiano, che sappia dirigere e coordinare le politiche industriali e agricole, i beni culturali e ambientali, i servizi, le infrastrutture, che sappia ascoltare gli italiani e, soprattutto, che non abbia complessi di inferiorità davanti alle altre classi politiche degli altri paesi.

E' un errore pensare, come fa la signora Merkel, che "la colpa è della Grecia", o che solo tagliando la spesa pubblica si possano risolvere i problemi delle aziende che chiudono.

L'intera politica europea è contro i nostri modelli di sviluppo e contro i nostri distretti industriali semplicemente perché è a favore di altri modelli e di altri distretti.

L'Europa è diventata anche un grande alibi per la Sinistra che fa sempre meno gli interessi dei lavoratori: il "ce lo chiede l'Europa" è diventato il verbo ipocrita di una classe politica che non sa riformare la società, non vuole tagliare i costi della politica, non sa difendere i diritti delle classi sociali svantaggiate sempre più colpite da tasse rapaci e abbassamento dei salari.

© RIPRODUZIONE RISERVATA Paolo Giunta La Spada

4 dicembre 2012

Il triste condominio Europa.

Tutti sapete che cosa è un condominio. Pagate una quota mensile correlata alla grandezza del vostro appartamento e il condominio pensa a pulire il palazzo, aggiustare quello che si rompe, fare i lavori straordinari se è necessario. L'entità e la natura di questi lavori è spesso fonte di discussioni senza fine nei condominii. Perché dovrei pagare migliaia di Euro per fare una facciata che a me piace così?...può pensare un condomino.

L'Europa di oggi è come un pessimo condominio.
I suoi abitanti sono sempre più sospettosi e la prova è l'insorgenza di partiti antieuropeisti, di estrema sinistra ma più spesso di estrema destra, o improntati al più bieco e confuso populismo, a volte a sfondo regionalista. I nazionalismi, in 11 anni di unione monetaria, sono cresciuti. E' diminuita la voglia d'Europa.
Il perché è evidente. L'amministratore del condominio europeo è la Germania che fa ciò che vuole fin dal primo istante della fondazione europea.

La Germania, prima dell'unione monetaria, era in crisi economica e ricoperta di debiti. Alla Germania, al di là dei bei discorsi, serviva un mercato per la propria produzione industriale e l'Europa monetaria è stata fatta per tale ragione. Infatti dal 1999 al 2007 la bilancia commerciale tedesca è aumentato di 239 miliardi di dollari, di cui ben 156 realizzati in Europa. E' l'Europa che paga le merci tedesche, infatti nello stesso periodo gli scambi commerciali della Germania con la Cina hanno fatto registrare un saldo negativo e un - 24%.
Certo, se noi alle "riunioni condominiali" mandiamo l'allegro gruppo Berlusconi-Tremonti poi non possiamo lamentarci di niente. Merkel e Sarkozi hanno fatto ciò che volevano.

Infatti i contributi in denaro che l'Italia ha dato all'Europa nel quindicennio berlusconiano sono i più alti della storia dall'inizio dell'Unione Europea, e, nonostante gli aggiustamenti richiesti dal prof. Mario Monti, rimangono i più alti: l'Italia è il terzo contributore europeo in assoluto e il primo in relazione al reddito pro capite dei suoi abitanti.

"Complimenti" Mr. Berlusconi: oltre alle tante "Minetti" nei Consigli regionali di tutta Italia e in Parlamento, gli italiani hanno dovuto pagare anche anni e anni di manifesta incapacità nelle sedi europee ed internazionali. Mentre l'ex-premier, a capo di una banda di escort, Fiorito e Daccò varii, faceva battute, corna e barzellette condite da bestemmie, il condominio europeo rubava i nostri soldi.

Io non mi fido neanche della Sinistra. In Europa il Centro Sinistra italiano è succube: i leader di Sinistra dicono che in Italia ci vuole più Europa, ma al di là di questa bella espressione, più Europa in Italia ha significato finora, certo anche a causa dell'insipienza di Berlusconi-Tremonti-Frattini, due sole cose.
Primo: la nostra produzione industriale ed agricola massacrata da regole fatte non da noi, ma da altri che hanno interessi opposti ai nostri.
Secondo: i diritti che dovevano aumentare con l'Europa in realtà sono diminuiti. "Ce lo chiede l'Europa", dicono i governanti e i ministri dell'economia. C'è una perdita netta di sovranità popolare e l'Europa è diventata un "condominio" che impone regole a vantaggio di alcuni Paesi dotati di buoni apparati politico-diplomatici (Germania, Francia, Gran Bretagna) contro Paesi più poveri di mezzi economici o politico-diplomatici.

Questa Europa che presta soldi a tassi da usuraio e a vantaggio dei paesi usurai non è un'Europa da amare.
E' un'Europa che sta seppellendo gli ideali liberali e democratici su cui era stata fondata in un dopoguerra nato dalla lotta di liberazione dal nazifascismo.
Il Centro Sinistra farebbe bene ad acquisire una nuova e più creativa visione rispetto all'Europa.

La costruzione europea, pachidermia e burocratica, e l'unione monetaria, ingiusta e sbagliata, soprattutto per l'Italia, così come sono non hanno futuro.
Gli italiani pensino meno alle ideologie e si pongano l'obiettivo di inviare un gruppo di persone incorruttibili e professionalmente molto capaci nelle riunioni del triste condominio Europa.
E' in gioco la nostra libertà di oggi e di domani.
© RIPRODUZIONE RISERVATA Paolo Giunta La Spada