19 gennaio 2012

La Costa Concordia

In questi giorni l’Italia sembra una replica della Vita in Diretta, il programma contenitore della RAI dove, come nel peggiore degli incubi, trovi lo stesso psicologo, il solito tuttologo, il cosiddetto esperto, il sessuologo e l’ex-presidentessa della Camera: tutti hanno da dire qualcosa e ognuno butta lì il suo commento, che si tratti di Parolisi o della Costa Concordia, diventano tutti ispettori o ammiragli in pochi secondi.

La cosa triste è che nessun canale televisivo e nessun giornale, sottolineo nessuno, è sfuggito alla regola del gossip, del buttare il mostro in prima pagina, dell'intervista-scandalo al passeggero, del commento redatto prima ancora di avere delle informazioni certe e raccolte con rigore.
L’importante per i giornalisti alla moda è vendere, fare ascolti, avere tot lettori del blog per poter fatturare sempre più pubblicità e nuove rubriche.

C'è un coro assordante di commenti e, ancora, un'edizione speciale di luoghi comuni.

Così appare il nostro amatissimo Paese dalla sponda lontana di Italy & World:
straziato nel suo corpo meraviglioso dal relitto della nave affondata, retaggio di morte e dolorose ferite.

E la tragedia della Costa Concordia in bilico tra le acque diventa la metafora dell'Italia di oggi.

Paolo Giunta La Spada

3 commenti:

Russel ha detto...

Ciao Paolo, in effetti in questi giorni prende la nausea a sentirli tutti...

Roberta ha detto...

Si fa uno sforzo immane ormai per amare questo paese. Cerchi di ricordarti qualche buon motivo per farlo...tu te ne ricordi qualcuno?
Ciao
Roberta

paologls ha detto...

Russel e Roberta: grazie.
Ho cento motivi per amare l'Italia e gli italiani.

Quando ero un po' più piccolo paragonavo l'Italia (che poi è stata sempre raffigurata come donna, turrita, impettita, languida, bellissima) ad un amore bello e impossibile, del genere che non è facile disciplinare o intendere, ma che, per quanto è intenso e travolgente, non si dimentica mai. Ecco, io l'Italia non l'ho mai dimenticata. Mi chiedo piuttosto perchè molti italiani siano sempre in cerca di una Patria anche se già ce l'hanno da 150 anni.
P