23 aprile 2018

La scuola e le promesse elettorali


50 giorni dopo il 4 marzo scorso, giorno in cui abbiamo votato per le elezioni del nuovo Parlamento.

Ogni ora sentiamo parlare delle mille congetture utili a costituire un nuovo governo: se il PD deve dire sì a Di Maio, se deve parlarci, se Salvini deve scaricare Berlusconi, se Salvini si mette d'accordo con Di Maio o no, se Berlusconi deve dare l'appoggio esterno e in cambio di cosa, che cosa insomma è necessario a questi politici per mettersi d'accordo e "salvare" la legislatura.
Ogni giorno, insomma, assistiamo muti al continuo teatro di politici che pensano a che cosa può convenire a loro, al partito o alla coalizione che rappresentano.
Verrebbe da dire che non sta succedendo nulla.

Invece non è così.
Prendete la legge denominata Buona scuola, cioè la legge sulla scuola voluta e promossa dal Governo Renzi.
Prima delle elezioni la Lega di Salvini prometteva la sua abolizione, il M5S di Di Maio prometteva la sua abolizione e il PD di Renzi prometteva di migliorarla radicalmente.
Oggi la scuola è scomparsa dall'agenda di tutti i partiti.
Ci si permette di dimenticare i problemi della scuola in un periodo in cui gli insegnanti, dal Nord al Sud del nostro Paese, vengono aggrediti, accoltellati, minacciati; e vengono a galla i problemi di una gioventù che a scuola si annoia, non si forma, non ha esempi da seguire e spesso si rassegna, abbandonando la scuola, ad un nichilismo senza speranza.
Ci si dimentica di investire nella struttura portante di ogni società, nell'agenzia educativa che sola può affrontare i problemi della formazione professionale e dell'educazione culturale, morale e civile di ogni futuro cittadino.
Gli stipendi degli insegnanti restano da fame, le strutture scolastiche sono spesso scomode e inadeguate, le condizioni di lavoro e l'eccesso di burocrazia spingono verso un impegno di mero dovere impiegatizio anche molti insegnanti che sarebbero capaci di ben altro entusiasmo.
Studenti e docenti, insieme, sono già scomparsi dall'agenda politica.
Solo il senso di abnegazione di tanti dirigenti scolastici e docenti, che si impegnano senza mai perdere la propria passione, permette ai nostri ragazzi di continuare a credere nella scuola, trarne profitto, guardare al futuro con fiducia.

Anche le promesse sull'abolizione della legge Fornero, sull'abolizione dei vitalizi, sul conflitto d'interesse, sulla lotta alla corruzione, sono state cancellate dagli illusionisti dei programmi di governo. 

Io, che l'ho sempre radicalmente criticato, inizio ad avere nostalgia di Matteo Renzi.

Anzi, a volte, compiango il momento in cui l'altrettanto criticato Mario Monti si dimise.

Perchè se il destino di noi italiani consiste nell'essere ridotti da cittadini di una democrazia a sudditi di una oligarchia assoluta, almeno ci si consenta di essere rappresentati da qualcuno che ha studiato, conosce l'economia, legge dei libri, ha senso dello stato, parla le lingue straniere, parla perfino in lingua italiana...